Paul Graham: il pifferaio magico dei nerd
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La Vita è Breve // Life is Short
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La Vita è Breve // Life is Short

Traduzione in italiano di Irene Mingozzi dall’essay originale di Paul Graham "Life is Short"
Traduzione in italiano di Irene Mingozzi dall’essay originale di Paul Graham "Life is Short" [Gennaio 2016].
Immagine generata con Lexica

La vita è breve, come tutti sanno. Quando ero bambino ci pensavo spesso. La vita è davvero breve o il problema principale sta nel fatto che a un certo punto finisce? Saremmo altrettanto propensi a pensare che la vita sia breve se fosse 10 volte più lunga?

Poiché non sembrava esserci un modo per rispondere a questa domanda, ho smesso di chiedermelo. Poi ho avuto dei figli. Questo mi ha dato modo di rispondere alla domanda, e la risposta è che la vita è davvero breve.

Avere dei figli mi ha mostrato come sia possibile trasformare una variabile continua, il tempo, in entità distinte. Hai solo 52 fine settimana con il tuo bambino di 2 anni. Se la magia del Natale esiste, per esempio, dai suoi 3 ai suoi 10 anni, puoi vedere tuo figlio viverla solo 8 volte. E mentre è impossibile valutare come “molto o poco” una variabile continua come il tempo, possiamo dire che 8 non è una grande quantità di qualcosa. Se aveste 8 noccioline in una mano o uno scaffale con 8 libri tra cui scegliere, la quantità sembrerebbe sicuramente limitata, indipendentemente dalla durata della vostra vita.

Ok, quindi la vita è davvero breve. Fa qualche differenza saperlo?

Per me sì. Significa che argomentazioni come "La vita è troppo breve per x" hanno una grande forza. Non è solo un modo di dire per dire che la vita è troppo breve per qualcosa. Non è solo un modo di dire fastidioso. Se vi trovate a pensare che la vita è troppo breve per qualcosa in particolare, dovreste cercare di eliminare quel qualcosa dalla vostra vita, se possibile.

Per me, ad esempio, la vita è troppo breve per le “cavolate”. Mi rendo conto che questa risposta è abbastanza tautologica. La definizione di cavolate è letteralmente “cose per cui la vita è troppo breve”. Eppure le cavolate hanno una specifica caratteristica. Implicano falsità. Sono l’equivalente del cibo spazzatura per le esperienze della vita.1

Se vi fermate a pensare a quali sono le “cavolate” in cui perdete il vostro tempo, probabilmente sapete già la risposta. Le riunioni superflue, le discussioni inutili, la burocrazia, le pose, la gestione degli errori degli altri, il traffico che blocca la città, i passatempi che creano dipendenza ma non danno soddisfazione.

Ci sono due modi in cui questo genere di cose entra nella vostra vita: o vi viene imposto, o vi frega. In parte vi tocca sopportare le cavolate che vi vengono imposte dalle circostanze. Dovete guadagnare soldi, e questo richiede spesso che vi occupiate di commissioni varie. Chiaramente, la legge della domanda e dell'offerta garantisce che più un certo tipo di lavoro è gratificante, meno la gente si farà pagare per farlo. Può darsi, però, che le cavolate che vi vengono imposte siano meno di quanto pensiate. C'è sempre stato un flusso di persone che sceglie di uscire dalla routine di default e decide di andare a vivere in contesti dove le opportunità in senso convenzionale sono meno, ma la vita è più autentica. Questo nel tempo potrebbe diventare più diffuso.

Potete farlo anche voi, in maniera più limitata, ma senza doversi trasferire. La quantità di tempo che siete costretti a dedicare alle cavolate varia a seconda del tipo di datore di lavoro. La maggior parte delle grandi organizzazioni (e molte piccole) ne sono impregnate. Ma se decidete che per voi è più importante avere a che fare con poche cavolate, rispetto ad altri fattori come il denaro e il prestigio, potete probabilmente trovare datori di lavoro che vi faranno perdere meno tempo.

Se siete liberi professionisti o piccole aziende, potete farlo a livello di singoli clienti. Se evitate o smettete di lavorare con i clienti tossici, potete diminuire la quantità di cavolate nella vostra vita in maniera più incisiva rispetto a quanto calerà il vostro reddito.

Ma mentre una certa quantità di cavolate vi verrà inevitabilmente imposta, le cavolate che si insinuano nella vostra vita fregandovi, non sono colpa di nessuno se non vostra. Non solo: le cavolate che scegliete possono essere più difficili da eliminare rispetto a quelle che vi vengono imposte. Le cose che vi inducono a perdere tempo, sono veramente brave a fregarvi. Un esempio che sarà familiare a molti è la litigata online. Quando qualcuno vi contraddice, in un certo senso vi sta attaccando. A volte anche in modo piuttosto palese. L'istinto, quando si viene attaccati, è quello di difendersi. Ma come molti istinti, anche questo non è stato programmato per il mondo in cui viviamo oggi. Per quanto possa sembrare controintuitivo, il più delle volte è meglio non difendersi. Altrimenti queste persone vi stanno letteralmente sfilando via pezzi di vita.2

Litigare online è una dipendenza marginale. Ci sono cose che sono più pericolose. Come ho già scritto in precedenza, una conseguenza del progresso tecnico è che le cose che ci piacciono tendono a creare maggiore dipendenza. Il ché significa che dovremo sempre di più sforzarci in maniera consapevole per evitare le dipendenze, per guardare noi stessi da fuori e chiederci "è davvero così che voglio passare il mio tempo?".

Oltre a evitare le cavolate, bisogna sforzarsi di ricercare in maniera attiva ciò che conta davvero. Ma cose diverse contano per persone diverse, e la maggior parte deve imparare cosa davvero è importante per loro. Alcuni sono fortunati e capiscono presto che amano la matematica, prendersi cura degli animali o la scrittura, e quindi trovano un modo per passare molto tempo a farlo. Ma la maggior parte delle persone inizia con una vita che è un mix di cose che contano e di cose che non contano, e solo gradualmente impara a distinguerle.

Soprattutto per i giovani, gran parte di questa confusione è indotta dalle situazioni in cui capita loro di trovarsi. Alle medie e alle superiori, ciò che gli altri ragazzi pensano di te sembra la cosa più importante del mondo. Ma quando si chiede agli adulti di citare un loro errore a quell'età, quasi tutti dicono che si preoccupavano troppo di ciò che gli altri pensavano di loro.

Uno dei criteri per riconoscere le cose che contano è quello di chiedersi se ci interesseranno anche in futuro. Le cose che non contano davvero, di solito hanno un picco di importanza che è solo apparente. È così che ci fregano. L'area sotto la curva è piccola, ma la sua forma si insinua nella vostra coscienza come uno spillo.

Le cose che contano non sono necessariamente quelle che la gente definirebbe "importanti". Prendere un caffè con un amico conta. Dopo non vi sentirete di aver perso tempo.

Il bello di avere dei bambini piccoli è che ti costringono a dedicare tempo alle cose che contano: a loro. Ti afferrano la manica mentre stai fissando il telefono e ti dicono "vuoi giocare con me?". E alla fine dei conti, questo è ciò che davvero porta a minimizzare le cavolate. 

Se la vita è breve, dobbiamo aspettarci che la sua brevità ci colga di sorpresa. Ed è proprio quello che di solito succede. Si danno per scontate delle cose che poi all’improvviso non ci sono più. Si pensa di poter sempre scrivere quel libro, o scalare quella montagna, o altro, e a certo punto ci si rende conto che la finestra di opportunità per fare quella cosa ormai si è chiusa. Le finestre più tristi si chiudono quando muoiono delle persone. Anche le loro vite sono brevi. Quando è morta mia mamma, ho desiderato solo di aver passato più tempo con lei. Avevo vissuto pensando che lei ci sarebbe sempre stata. E nel suo tipico modo pacato ha incoraggiato questa illusione. Ma era appunto un'illusione. Credo che molte persone facciano il mio stesso errore.

Il classico modo per evitare di essere colti di sorpresa da qualcosa, è di esserne attivamente consapevoli. Quando la vita era più precaria, le persone erano consapevoli della morte in un modo che oggi sembrerebbe quasi ridicolo. Non so eh, ma non mi sembra un’ottima soluzione quella di ricordarsi costantemente del tristo mietitore che aleggia sulle spalle di tutti. Forse la cosa migliore è guardare il problema dall'altra parte. Imparate ad essere impazienti per le cose che più desiderate fare. Non aspettate a scalare quella montagna, a scrivere quel libro o ad andare a trovare vostra madre. Non c'è bisogno di ricordare continuamente a se stessi perché non si deve aspettare. Semplicemente, non aspettate. 

Mi vengono in mente altre due cose che si fanno quando si ha solo una quantità limitata di qualcosa: cercare di ottenerne di più, e assaporare quella che si ha. Entrambe le cose hanno senso in questo caso.

Il modo in cui si vive influisce sulla durata della propria vita. Molte persone potrebbero fare di meglio. Io incluso.

Ma probabilmente la cosa più efficace da fare è prestare maggiore attenzione al tempo che si ha a disposizione. È facile lasciare che i giorni scivolino via in fretta. Quel concetto di "fluire" che le persone creative amano tanto ha un cugino più oscuro che impedisce di soffermarsi ad assaporare la vita in mezzo al tran tran quotidiano di promemoria che suonano e cose da fare. Una delle cose più suggestive che ho letto non era un libro, ma il suo titolo: Burning the DaysBruciare i giorni – di James Salter.

È possibile, in un certo senso, anche rallentarlo, il tempo. Io sono diventato più bravo in questo. Avere figli aiuta. Quando si hanno bambini piccoli, ci sono molti momenti talmente perfetti che non si può fare a meno di notarli.

Anche la sensazione di aver vissuto al massimo una determinata esperienza aiuta. Il motivo per cui sono triste per mia madre non è solo che mi manca, ma è che penso a tutte le cose che avremmo potuto fare insieme e che non abbiamo fatto. Mio figlio maggiore compirà presto 7 anni. E anche se mi manca il lui di quando aveva 3 anni, almeno non ho rimpianti per ciò che sarebbe potuto essere. Abbiamo trascorso i momenti più belli che un papà e un bambino di 3 anni possano avere.

Eliminate senza esitazione le cavolate, non aspettate a fare le cose che davvero contano per voi, e godetevi a pieno il tempo che avete. È questo che si fa quando la vita è breve. 

1

All'inizio non mi piaceva che la parola che mi veniva in mente fosse una parola che ha anche altri significati. Ma poi mi sono reso conto che tutti gli altri significati sono abbastanza correlati. Le cavolate, nel senso di cose per cui si perde tempo, sono molto simili alle cavolate intellettuali, intese come bugie o balle.

2

Ho scelto questo esempio deliberatamente come nota per me stesso. Vengo attaccato spesso online. Le persone dicono le bugie più assurde su di me. E finora ho fatto un lavoro piuttosto mediocre nel reprimere la naturale tendenza umana a dire "Ehi, ma non è vero!".

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Tutti gli essays di Paul Graham tradotti in italiano e trasformati in un podcast. Da tante mani e tante voci.