Traduzione in italiano di Davide Cecchini dall’essay originale di Paul Graham "Six Principles for Making New Things" [Febbraio 2008].
Le reazioni concitate alla pubblicazione di Arc hanno prodotto una conseguenza inaspettata: mi hanno fatto capire quale sia la mia mia filosofia per quanto riguarda lo sviluppo di progetti. La critica principale che ho ricevuto riguardava il fatto che il progetto fosse quasi inconsistente. Dopo anni e anni di lavoro, tutto ciò che avevo da mostrare erano poche migliaia di righe di codice? Perché non mi ero dedicato a problemi più importanti?
Mentre rimuginavo su queste critiche, mi colpì quanto queste fossero simili a quelle che avevo già ricevuto in passato. Ripetevano esattamente ciò che le persone mi avevano detto inizialmente su Viaweb, Y Combinator, e sulla maggior parte dei miei scritti su questo blog.
Al lancio di Viaweb, la nostra sembrò una proposta ridicola agli occhi dei venture capitalist e di tutti gli “esperti” di e-commerce: al tempo, non eravamo che due tizi in un appartamento - cosa che nel 1995 non era affatto “cool” - e, per quanto avevano potuto comprendere, tutto ciò avevamo creato non era nemmeno un software. Per gli esperti e per i VC, realizzare un “software” poteva significare solo aver sviluppato un grosso, complesso e sfavillante programma per Windows. E, dato che Viaweb era la prima web-app che vedevano nella loro vita, il nostro software non gli sembrava altro che un sito internet. Quando poi scoprirono che Viaweb non era in grado di accettare le carte di credito (funzione che non introducemmo per tutto il primo anno) diventarono ancora più scettici. Ai loro occhi, la gestione dei pagamenti era il cuore di tutto l’e-commerce: gestire le carte aveva l’aria di qualcosa di serio e difficile.
Nonostante ciò, per qualche strano mistero, Viaweb finì per stracciare tutti i concorrenti.
Le prime reazioni a Y Combinator furono praticamente identiche: per molti non era nient’altro che un’idea frivola. Investire in startup significava occuparsi dei Series A: milioni di dollari, concentrati su poche startup fondate da persone con un solido curriculum, investiti solo dopo mesi e mesi di riunioni e incontri “di business”, suggellati da contratti di centinaia di pagine. A confronto, Y Combinator era un giocattolino. È ancora presto per dire se Y Combinator avrà lo stesso successo di Viaweb, ma, a giudicare dal numero di programmi che ci imitano, sembra che molti siano convinti che stiamo realizzando qualcosa di interessante.
Non ho molti modi per misurare con esattezza il successo di quanto scrivo su questo blog, a parte il numero di visualizzazioni, ma il tono dei commenti che ricevo è cambiato rispetto agli inizi. All’inizio, la tipica reazione degli “Shlashdot troll” (N.d.t.: hater) era: “Chi è questo tizio e che diritto ha di scrivere su questi argomenti? Non ho letto il suo post, ma è impossibile che poche righe, scritte peraltro in modo informale, possano dare un contributo significativo su argomenti sui quali persone titolate hanno già pubblicato un sacco di libri”. Anche oggi continuo a ricevere critiche, stavolta da un tipo diverso di troll ed di hater, ma, perlomeno, nessuno inizia più la polemica dicendo “Chi è questo tizio?”
Oggi le persone dicono su Arc ciò che dicevano su Viaweb, Y Combinator e sulla maggior parte dei miei post. Perché? Ho capito che la ragione risiede nel fatto che il mio modus operandi sia lo stesso in tutti questi i casi.
Vale a dire che: mi piace trovare (1) soluzioni semplici a (2) problemi spesso ignorati (3) che effettivamente è necessario risolvere, e mi piace (4) sviluppare queste soluzioni nel modo più informale e immediato possibile, (5) iniziando con una grezzissima versione 1.0 , per poi (6) iterare rapidamente.
Quando ho messo nero su bianco questi principi, mi ha colpito una cosa: in pratica si tratta della formula ideale per generare in chiunque lo scetticismo come prima reazione. Anche se le soluzioni semplici sono migliori, queste non fanno la stessa impressione di quelle più complesse. I problemi che vengono ignorati sono, per definizione, questioni a cui le persone non danno molto peso. Sviluppare soluzioni in modo informale e immediato significa che qualcuno, anziché giudicare la cosa dal modo in cui è presentata, dovrà sforzarsi di capire come effettivamente funziona, il che è più impegnativo. Ed iniziare da una versione 1.0 molto grezza significa che il vostro impegno iniziale sarà limitato e la prima versione incompleta.
Mi sono reso conto che le persone non sembra cogliere al volo le nuove idee. All’inizio pensavo che la maggioranza delle persone fosse stupida; adesso mi sembra che le ragioni siano altre. Proprio come un fondo di investimento contrarian, chi segue questa strategia farà sempre qualcosa che a qualcun altro sembrerà sbagliato.
È proprio questo il punto delle strategie contrarian nel mondo degli investimenti: una strategia del genere è vincente (nel lungo periodo) proprio perché ti permette di approfittare di tutte quelle opportunità a cui gli altri rinunciano per evitare di andare controcorrente. Se ti occupi di questioni che vengono ignorate, ci sono alte probabilità che tu scopra cose nuove proprio perché c’è meno competizione. Se sviluppi soluzioni in modo semplice e informale, (a) ti risparmi tutta la fatica di rendere la tua soluzione attraente, e (b) eviti di prendere in giro te stesso e chi hai di fronte. E se inizi con una versione 1.0 molto grezza ed inizi ad iterare, la tua soluzione potrà beneficiare della cosiddetta “immaginazione della natura” che, come evidenziato Fyenman, è più potente della tua.
Nel caso di Viaweb, la soluzione semplice era far eseguire il software su un server. Il problema che tutti ignoravano era la creazione di siti web in modo automatico: nel 1995, i siti di e-commerce erano tutti realizzati a mano da dei web-designer, ma noi eravamo convinti che questo non fosse qualcosa di scalabile. Quel che contava di più era realizzare l’interfaccia grafica, non gestire i pagamenti. La presentazione informale ero io, in jeans e maglietta, che mi presentavo nel quartier generale di qualche catena di negozi. E la nostra versione 1.0 - quella semplice e grezza - era, se non ricordo male, un codice che al momento del lancio contava meno di 10.000 righe.
La forza di questo modus operandi è che può essere applicato in altri campi, oltre che alle startup, ai linguaggi di programmazione o alla creazione di un blog. Probabilmente si può applicare ad ogni tipo di processo creativo: di sicuro si può applicare alla pittura, ed è esattamente ciò che hanno fatto Cézanne e Klee.
In Y Combinator puntiamo tutto su questo modo di fare, nel senso che spingiamo le startup su cui investiamo a lavorare così. Ci sono sempre nuove idee che ti passano sotto il naso: vai in cerca di cose semplici, a cui le persone non pensano - cose con il senno di poi appariranno come “ovvie” -, ed in particolare di tutte quelle cose che continuano ad essere fatte nello stesso modo per via di vecchie convenzioni, oppure che qualcuno sta sta risolvendo occupandosi solo degli aspetti superficiali. Individua il problema e assicurati di risolverlo. Fregatene di cercare di avere un aspetto da “azienda seria”, è il prodotto a vincere sul lungo periodo. E lancia il prodotto non appena possibile così da iniziare a farti dire dagli utenti ciò che devi realizzare.
Reddit è il tipico esempio di applicazione di questo approccio. Quando è uscita la prima versione, Reddit non sembrava niente di speciale. Per chi ne sapeva poco di grafica, il suo design minimale non sembrava affatto “design”. Reddit, però, risolveva un problema reale: far sapere alle persone che c’è di nuovo e nient’altro. Come risultato, Reddit è diventato un grande successo. Adesso che la mentalità si è aggiornata, tutto questo sembra ovvio; la gente vede Reddit e pensa che i founder siano stati fortunati. Come tutte le cose, realizzarlo in realtà è stato più duro di quanto sembri. I fondatori di Reddit hanno spinto così forte controcorrente da finire per invertire il flusso e adesso sembra che stiano semplicemente scivolando a valle.
Quindi, quando vedi qualcosa di semplice come Reddit e pensi “Avrei voluto anche io avere un'idea del genere” ricorda: idee del genere sono dappertutto. Ma sei tu ad ignorarle perché ti sembrano sbagliate.
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