Traduzione in italiano di Irene Mingozzi dall’essay originale di Paul Graham "Relentlessly Resourceful" [Marzo 2009].
Un paio di giorni fa sono riuscito finalmente a descrivere in due parole ciò che secondo me è l’essenza di un founder di startup: relentlessly resourceful, che in italiano può essere reso come “ostinatamente ingegnoso”.
Fino ad allora al massimo ero riuscito a descrivere il suo contrario usando una sola parola: hapless, che in italiano può essere tradotto come “malcapitato”. La maggior parte dei dizionari dice che hapless, malcapitato, significa sfortunato. Ma i dizionari non ne colgono correttamente le sfumature di senso.
Una squadra che gioca meglio degli avversari, ma perde la partita a causa di una decisione sbagliata dell'arbitro, può essere definita sfortunata, ma non malcapitata. Malcapitato implica passività. Essere malcapitati significa farsi abbattere dalle circostanze: lasciare che le situazioni decidano per te, invece di prenderle in mano e guidarle dove vuoi. 1
Sfortunatamente non esiste il contrario di “malcapitato”, cosa che rende particolarmente difficile spiegare ai founder a cosa devono puntare. “Non siate dei malcapitati” non è un gran incoraggiamento.
È più semplice rendere l’idea della qualità che cerchiamo utilizzando una metafora. La migliore probabilmente è il running back, il giocatore che nel football americano ha il ruolo di ricevere la palla dal quarterback per poi correre veloce come il vento in offensiva. Un buon running back non è solo determinato, ma è anche flessibile. Vuole guadagnare più campo possibile, ma sapendo adattare i suoi piani al volo.
Purtroppo questa è solo una metafora, e anche poco utile per la maggior parte delle persone al di fuori degli Stati Uniti. “Siate dei running back” non è molto meglio di “Non siate dei malcapitati.
Ma finalmente sono riuscito a trovare la maniera di esprimere questa qualità in maniera diretta. Stavo scrivendo un discorso dedicato a angel investor, e dovevo spiegare quali caratteristiche ricercare in un founder. Come potrebbe essere qualcuno che fosse l'opposto di malcapitato? Sarebbe ostinatamente ingegnoso. Non semplicemente ostinato. Questo non è sufficiente a far sì che le cose vadano per il verso giusto, tranne che in alcuni ambiti per lo più poco interessanti. In qualsiasi ambito interessante, le difficoltà saranno inaspettate e imprevedibili. Ciò significa che non è sufficiente attraversarle “a sfondamento”, perché inizialmente non si potrà sapere quanto siano difficili; non si potrà sapere se si sta per sfondare un blocco di schiuma o di granito. Quindi bisogna essere ingegnosi, pieni di risorse. Bisogna continuare a provare nuove soluzioni.
Siate ostinatamente ingegnosi.
Questo suona bene, ma è semplicemente una descrizione di come essere persone di successo in generale? Secondo me no. Non è il giusto approccio se si vuole avere successo nella scrittura o nella pittura, per esempio. In quei campi, la chiave è invece nell’essere attivamente curiosi.
L’ingegno è importante quando gli ostacoli che ci si parano davanti vengono dall’esterno, cosa che generalmente accade in una startup. Mentre quando si scrive o dipinge, spesso gli ostacoli sono interni, tra cui il principale è la propria ottusità.2
Probabilmente ci sono altri campi in cui la ricetta per il successo è l’essere "ostinatamente ingegnosi". Ma anche se altri campi possono condividerla, credo che questa sia la migliore descrizione breve che possiamo trovare per un buon startup founder. Dubito che se ne possa trovare una più precisa.
Ora che sappiamo cosa stiamo cercando, questo ci porta ad altre domande. Ad esempio, è possibile insegnare questa attitudine? Dopo quattro anni di tentativi di insegnarla alle persone, direi che sì, sorprendentemente spesso è possibile. Non a tutti, ma a molti.3 Alcune persone sono proprio passive di natura, ma altre hanno una potenzialità latente di essere ostinatamente ingegnosi che ha solo bisogno di essere tirata fuori.
Questo è particolarmente vero per i giovani che finora sono sempre stati sotto il controllo di un qualche tipo di autorità. L’ingegno ostinato non è certo la ricetta per il successo nelle grandi aziende, o nella maggior parte delle scuole. Non voglio nemmeno mettermi a pensare a quale sia la ricetta nelle grandi aziende, ma di sicuro è più lunga e più complicata e prevede una qualche combinazione di intraprendenza, obbedienza e diplomazia.
L’aver identificato questa caratteristica ci permette anche di poter azzardare una risposta ad una domanda che spesso viene posta: quante startup possono esistere? Non c’è, come alcuni potrebbero pensare, un tetto massimo di natura economica a questo numero. Non credo nemmeno che ci sia un limite alla quantità di nuovo benessere a cui i consumatori possano essere interessati, così come non esiste un limite al numero di teoremi che possono essere dimostrati. Quindi probabilmente il fattore che limita il numero di startup è il pool di potenziali founder esistenti. Alcune persone potrebbero essere ottimi founder, altre meno. E ora che siamo in grado di dare un nome alle qualità del buon founder, sappiamo dov’è il limite massimo delle dimensioni del pool.
Questo è un test da fare anche in generale sulle persone. Se volete sapere se siete il tipo di persona giusta per creare una startup, chiedetevi se siete ostinatamente ingegnosi.
E se dovete decidere se portare a bordo qualcuno come co-founder, chiedetevi se lo è.
E può anche entrare a far parte della vostra strategia. Se fossi alla guida di una startup, attaccherei questa frase allo specchio.
"Make something people want" è la destinazione, ma "Be relentlessly resourceful" è il modo in cui ci si arriva.
Credo che il motivo di questo errore nei dizionari sia che il significato della parola è cambiato. Nessuno che si dovesse trovare a scrivere un dizionario da zero al giorno d’oggi direbbe che hapless significa sfortunato. Ma qualche centinaio di anni fa, forse sì. In passato le persone erano più in balia delle circostanze e, di conseguenza, molte delle parole che ancora usiamo per indicare risultati positivi o negativi hanno origine da parole che hanno a che fare con la fortuna.
Quando vivevo in Italia, una volta stavo cercando di spiegare a qualcuno che non avevo avuto molto successo nel fare qualcosa, ma non riuscivo a pensare alla parola italiana per “successo”. Ho cercato per un po' di descrivere la parola che intendevo. Alla fine la persona con cui stavo parlando mi ha detto: “Ah! Intendi fortuna!”
Ci sono però aspetti di una startup in cui la ricetta è essere attivamente curiosi. Ci possono essere momenti in cui ciò che si fa è quasi pura esplorazione. Purtroppo questi momenti sono una piccola parte dell'insieme. D'altra parte, lo sono anche nel campo della ricerca vera e propria.
Mi piacerebbe dire quasi alla maggior parte delle persone, ma mi rendo conto che (a) non ho idea di come sia la maggior parte delle persone e (b) sono patologicamente ottimista sulla capacità delle persone di cambiare.
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