Paul Graham: il pifferaio magico dei nerd
Paul Graham: il pifferaio magico dei nerd
Come Diventare una Silicon Valley // How to Be Silicon Valley
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Come Diventare una Silicon Valley // How to Be Silicon Valley

Traduzione in italiano di Irene Mingozzi dall’essay originale di Paul Graham "How to Be Silicon Valley"
Traduzione in italiano di Irene Mingozzi dall’essay originale di Paul Graham "How to Be Silicon Valley" [Maggio 2006].
Immagine generata con Midjourney

(Questo saggio è tratto da un intervento a Xtech).

Si potrebbe riprodurre la Silicon Valley altrove o c'è qualcosa di unico qui?

Non mi sorprenderebbe se fosse difficile da riprodurre in altri Paesi, perché non è stato possibile fino ad ora riprodurla nemmeno nella maggior parte degli Stati Uniti. Cosa serve per ricreare una Silicon Valley anche solo qui?

Ci vogliono le persone giuste. Se si riuscissero a convincere le diecimila persone giuste a trasferirsi dalla Silicon Valley a Buffalo, Buffalo diventerebbe la Silicon Valley.1

Si tratta di una differenza incredibile rispetto al passato. Fino a un paio di decenni fa, la loro geografia era il ciò che determinava il destino delle città. Tutte le grandi città erano situate sui corsi d'acqua, perché le città guadagnavano con il commercio e l'acqua era l'unico mezzo economico per le spedizioni.

Ora, si potrebbe creare una grande città ovunque, se si riuscissero a convincere le persone giuste a trasferirsi lì. Quindi la domanda su come creare una Silicon Valley diventa: chi sono le persone giuste per farla, e come si fa a convincerle a trasferirsi?

Due tipi

Credo che per creare un hub tecnologico servano solo due tipi di persone: i ricchi e i nerd. Sono loro i due reagenti nella reazione chimica che produce le startup, perché sono gli unici ad essere presenti (e necessari) quando le startup vengono avviate. Tutti gli altri possono anche trasferirsi in seguito.

Se osserviamo con attenzione possiamo confermare questa ipotesi: negli Stati Uniti, le città sono diventate hub di startup se, e solo se, avevano sia persone ricche che nerd. A Miami, ad esempio, ci sono poche startup perché, pur essendo piena di persone ricche, ci sono pochi nerd. Non è il tipo di posto che piace ai nerd.

Pittsburgh ha invece il problema opposto: molti nerd, ma pochi ricchi. I migliori dipartimenti di informatica degli Stati Uniti sono il MIT, Stanford, Berkeley e Carnegie-Mellon. Dal MIT è nata la Route 128 (nota della traduttrice: una zona soprannominata la "America's Technology Highway", l’autostrada tecnologica d’America). Stanford e Berkeley hanno prodotto la Silicon Valley. Ma Carnegie-Mellon, che è l’università di Pittsburgh? Qui qualcosa è andato storto. Più in basso nella lista dei dipartimenti d’informatica rilevanti, troviamo l'Università di Washington che ha dato vita a una comunità high-tech a Seattle e l'Università del Texas che ha fatto crescere molto Austin come startup hub. Ma cosa è successo a Pittsburgh? E a Ithaca, sede della Cornell, anch'essa in cima alla lista, ma senza startup hub?

Sono cresciuto a Pittsburgh e ho frequentato la Cornell come università, quindi posso rispondere per entrambi i casi. Il clima è terribile, soprattutto d'inverno, e non c'è un centro storico interessante che compensi questa cosa, come invece c'è a Boston. I ricchi non vogliono vivere a Pittsburgh o a Ithaca. Quindi, mentre ci sono molti sviluppatori che potrebbero avviare startup, non c'è nessuno che investa in loro.

Non i burocrati

C’è davvero bisogno dei ricchi? Non basterebbe che il governo investisse nei nerd? No, non sarebbe sufficiente per far funzionare il sistema. Gli investitori in startup sono un tipo particolare di persone ricche. Tendono ad avere molta esperienza nel settore tecnologico. Questo (a) li aiuta a scegliere le startup giuste su cui investire e (b) significa che possono fornire consigli e conoscenze oltre al proprio capitale. Inoltre, il fatto che abbiano un interesse personale nel risultato di queste startup, li rende davvero coinvolti.

I burocrati, per loro natura, sono l'esatto opposto degli investitori in startup. L'idea che possano fare investimenti in startup è comica. Sarebbe come se dei matematici dirigessero Vogue, o forse, più precisamente, come se i redattori di Vogue dirigessero una rivista di matematica.2

A dire il vero comunque, la maggior parte delle cose che fanno i burocrati, vengono fatte male. È che di solito non ci facciamo caso, perché vengono sempre solo confrontati con altri burocrati. Ma se fossero incaricati di investire in startup dovrebbero competere con professionisti con molta più esperienza e motivazione.

Perfino le aziende che dispongono di gruppi di Corporate Venture Capital interni spesso non prendono decisioni di investimento in autonomia. La maggior parte di loro investe solo in operazioni in cui fondi di VC privati con una buona reputazione partecipano come lead (come investitori principali).

Non gli edifici

Se andate a vedere la Silicon Valley, vedrete solo edifici. Ma sono le persone a fare la Silicon Valley, non gli edifici. Di tanto in tanto leggo di tentativi di creare "parchi tecnologici" in altri luoghi, come se l'ingrediente speciale della Silicon Valley fossero gli uffici o i laboratori. Un articolo su Sophia-Antipolis si vantava che tra le aziende presenti ci fossero Cisco, Compaq, IBM, NCR e Nortel. I francesi non si rendono conto che non si tratta di startup?

Costruire uffici per le aziende tecnologiche non porterà a una Silicon Valley, perché la fase chiave della vita di una startup avviene prima che si necessiti di uno spazio di quel tipo. La fase chiave, quella che costituisce le fondamenta della Silicon Valley, è quando una startup è formata da tre persone che scrivono codice in una stanza. E ovunque la startup si trovi quando riceve un round di investimento, è lì che rimarrà. La qualità che definisce la Silicon Valley non è che Intel o Apple o Google abbiano uffici lì, ma che siano state fondate lì.

Quindi, se si vuole riprodurre la Silicon Valley, bisogna riprodurre la condizione per cui ci possano essere due o tre fondatori che si siedono attorno al tavolo della cucina e decidono di fondare un'azienda. E per riprodurla servono quelle persone.

Università

La cosa bella è che l’unica cosa che serve sono le persone. Se si riuscisse ad attirare una massa critica di nerd e investitori a vivere da qualche parte, si potrebbe riprodurre la Silicon Valley. Ed entrambi i gruppi sono altamente mobili. Andranno dove la vita è bella. Quindi cosa rende un posto bello per loro?

Ai nerd piacciono gli altri nerd. Le persone intelligenti vanno ovunque ci siano altre persone intelligenti. E in particolare, andranno in università di alta qualità. In teoria potrebbero esserci altri modi per attirarli, ma finora le università sembrano essere indispensabili. Negli Stati Uniti non esistono hub tecnologici senza università di prim'ordine, o meglio: senza dipartimenti di informatica di prim'ordine.

Quindi, se si vuole ricreare una Silicon Valley, non solo è necessaria un'università, ma è necessario che sia una delle migliori al mondo. Deve essere abbastanza buona da fungere da calamita, attirando le persone migliori da migliaia di chilometri di distanza. E questo significa che deve essere all'altezza dei magneti esistenti, come il MIT e Stanford.

Sembra difficile. Ma in realtà potrebbe essere facile. I miei amici professori, quando decidono dove lavorare, considerano una cosa sopra tutte le altre: la qualità degli altri docenti. Ciò che attrae i professori sono colleghi di qualità. Quindi, se si riuscissero a reclutare in massa i migliori giovani ricercatori, si potrebbe creare dal nulla un'università di prim'ordine. E lo si potrebbe fare spendendo relativamente poco. Pagando a 200 persone un bonus di assunzione di 3 milioni di dollari a testa, si potrebbe creare un corpo docenti che reggerebbe il confronto con qualsiasi altro al mondo. E da quel momento la reazione a catena si autoalimenterebbe. Quindi, qualunque sia il costo per creare un'università mediocre, con circa mezzo miliardo in più si potrebbe creare una delle migliori università al mondo.3

Personalità

Tuttavia, la semplice creazione di una nuova università non sarebbe sufficiente per avviare una Silicon Valley. L'università è solo il seme. Deve essere piantato nel terreno giusto, altrimenti non germoglierà. Se lo si pianta nel posto sbagliato, si crea solo un’altra Carnegie-Mellon.

Per far nascere le startup, l'università deve trovarsi in una città che abbia altre attrazioni oltre all'università. Deve essere un luogo in cui gli investitori vogliono vivere e gli studenti vogliono rimanere dopo essersi laureati.

Le due cose si assomigliano molto, perché la maggior parte degli investitori di startup sono essi stessi dei nerd. Quindi, cosa cercano i nerd in una città? I loro gusti non sono completamente diversi da quelli degli altri, perché molte delle città che i nerd amano di più negli Stati Uniti sono anche grandi destinazioni turistiche: San Francisco, Boston, Seattle. Ma i loro gusti non sono nemmeno del tutto mainstream, perché non amano altre grandi destinazioni turistiche, come New York, Los Angeles e Las Vegas.

Ultimamente si è scritto molto sulla "classe creativa". La tesi sembra essere che, poiché la ricchezza deriva sempre più dalle idee, le città prospereranno solo se saranno capaci di attirare coloro che hanno nuove idee. Questo è certamente vero; infatti è stato il concetto alla base della prosperità di Amsterdam 400 anni fa.

Molti gusti dei nerd sono simili a quelli della classe creativa in generale. Ad esempio, amano i vecchi quartieri ben conservati invece dei sobborghi "copia-e-incolla", e i negozi e i ristoranti di proprietà locale invece delle catene. Come il resto della classe creativa, vogliono vivere in un posto con personalità.

Che cos'è esattamente la personalità? Credo che sia la sensazione che ogni edificio sia opera di un gruppo distinto di persone. Una città con personalità è una città che non sembra prodotta in serie. Quindi, se si vuole creare un hub per le startup - o qualsiasi città che attragga la "classe creativa" - probabilmente si devono evitare i grandi progetti di sviluppo. Quando un'area di grandi dimensioni è stata sviluppata da un'unica organizzazione, è sempre abbastanza evidente (e omogenea).4

La maggior parte delle città con personalità sono vecchie, ma non devono esserlo per forza. Le città vecchie hanno due vantaggi: sono più dense, perché sono state costruite prima delle automobili, e sono più varie, perché sono state costruite un edificio alla volta. E anche oggi si possono avere entrambe le cose. Basta avere norme edilizie che garantiscano la densità e vietino gli sviluppi su larga scala.

Un corollario è che bisogna tenere fuori il più grande progettista di tutti: il governo. Un governo che chiede "Come possiamo costruire una Silicon Valley?" ha probabilmente assicurato il fallimento a causa anche solo del modo in cui ha formulato la domanda. Non si costruisce una Silicon Valley, la si lascia crescere.

I nerd

Se si vogliono attrarre i nerd, non basta una città con personalità. Serve una città con la giusta personalità. I nerd sono un sottoinsieme distinto della classe creativa, con gusti diversi dal resto. Lo si può vedere chiaramente a New York, che attrae molti creativi, ma pochi nerd.5

Ai nerd piace il tipo di città in cui la gente cammina sorridendo. Questo esclude Los Angeles, dove non si cammina affatto, e anche New York, dove la gente cammina, ma non sorridendo. Quando studiavo a Boston, un'amica venne a trovarmi da New York. Sulla metropolitana di ritorno dall'aeroporto mi chiese: "Perché tutti sorridono?". Mi sono guardato intorno, ma non stavano sorridendo. Ma a lei sembrava che lo stessero facendo, essendo abituata alle espressioni cupe dei newyorkesi.

Se avete vissuto a New York, sapete da dove provengono queste espressioni facciali. New York è il tipo di posto in cui la mente può essere ben stimolata, ma il corpo non è a proprio agio. La gente non ci vive bene, ma ci sopravvive per potersi godere gli stimoli della città. E se vi piacciono certi tipi di stimoli, New York è incomparabile. È un centro di glamour, una calamita per tutto ciò che riguarda stile e fama.

Ai nerd non interessa il glamour, quindi per loro il fascino di New York è un mistero. Le persone che amano New York pagheranno una fortuna per un appartamento piccolo, buio e rumoroso, pur di vivere in una città dove le persone cool sono davvero cool. Un nerd guarda questa situazione e ci vede solo: pagano una fortuna per un appartamento piccolo, buio e rumoroso.

I nerd sono disposti a pagare un sovrapprezzo per vivere in una città dove le persone intelligenti sono davvero intelligenti, ma questi posti non costano tanto quanto New York. È una questione di domanda e offerta: il glamour è popolare, quindi bisogna pagare molto per averlo.

La maggior parte dei nerd ama i piaceri più tranquilli. Preferiscono i caffè invece delle discoteche, le librerie di libri usati invece dei negozi di abbigliamento alla moda, andare a camminare invece che a ballare, la luce del sole invece degli edifici alti. L'idea di paradiso di un nerd è una città come Berkeley, oppure Boulder.

I giovani

Sono i nerd giovani che avviano le startup, quindi è a loro che la città deve rivolgersi. I poli di startup negli Stati Uniti sono tutte città per giovani. Questo non significa che debbano essere nuove. Cambridge ha il piano regolatore più vecchio d'America, ma è una città giovane perché è piena di studenti.

Quello che non si può avere, se si vuole creare una Silicon Valley, è una popolazione numerosa e già esistente di persone di vecchio stampo che non hanno voglia di cambiare. Sarebbe una perdita di tempo cercare di invertire le sorti di una città industriale in declino come Detroit o Philadelphia cercando di incoraggiare le startup. Quei luoghi si sono ormai spinti troppo nella direzione sbagliata. È meglio partire da una tabula rasa, quindi da una città piccola. O meglio ancora, da una città in cui c’è già un’alta concentrazione di giovani.

La Bay Area è stata una calamita per i giovani e gli ottimisti per decenni prima di essere associata alla tecnologia. Era un luogo dove la gente andava alla ricerca di qualcosa di nuovo. E così è diventata sinonimo di "eccentricità Californiana”. E tuttora c'è ancora molto di questo. Se si volesse lanciare una nuova moda - un nuovo modo di concentrare la propria "energia", per esempio, o una nuova categoria di cose da non mangiare - la Bay Area sarebbe il posto giusto per farlo. Ma un luogo che tollera le stranezze in quanto effetti collaterali della ricerca del nuovo è esattamente ciò che si vuole in un hub di startup, perché economicamente le startup sono proprio questo. La maggior parte delle buone idee di startup sembrano un po' folli; se fossero palesemente buone idee, qualcuno le avrebbe già realizzate.

(Quante persone vorranno avere un computer dentro la propria casa? Cosa, un altro motore di ricerca?)

Questo è il legame tra tecnologia e liberalismo. Senza eccezioni, le città ad alta tecnologia degli Stati Uniti sono anche le più liberali. Ma questo non è dovuto al fatto che i liberali sono anche i più intelligenti. È perché le città liberali tollerano le idee strane e le persone intelligenti, per definizione, hanno idee strane.

Dall’altra parte, una città che viene elogiata per essere "solida" o per rappresentare "valori tradizionali" può essere un bel posto in cui vivere, ma non avrà mai successo come hub di startup. Le elezioni presidenziali del 2004, sebbene siano state un disastro sotto altri aspetti, ci hanno opportunamente fornito una mappa di questi luoghi contea per contea.6

Per attrarre i giovani, una città deve avere un centro vitale. Nella maggior parte delle città americane il centro è stato abbandonato, e la crescita, se c'è, è nei quartieri residenziali fuori dal centro. La maggior parte delle città americane sono state rivoltate come un calzino. Ma nessuno degli hub delle startup lo ha fatto: né San Francisco, né Boston, né Seattle. Tutti hanno centri città che fanno da aggregatori.7 Credo che nessuna città con un centro morto possa essere trasformata in un hub di startup. I giovani non vogliono vivere nei quartieri residenziali.

Negli Stati Uniti, le due città che ritengo possano essere trasformate più facilmente in nuove Silicon Valley sono Boulder e Portland. Entrambe hanno il tipo di atmosfera effervescente che attrae i giovani. A ciascuna di esse manca solo una grande università per diventare una Silicon Valley, se lo volessero.

Tempo

Una grande università vicino a una città attrattiva. È tutto ciò che serve? Per creare la Silicon Valley originale è bastato questo. La Silicon Valley trae le sue origini da William Shockley, uno degli inventori del transistor. Ha svolto le ricerche che gli sono valse il Premio Nobel presso i Bell Labs sulla costa Est degli Stati Uniti, ma quando nel 1956 ha fondato la propria azienda si è trasferito a Palo Alto, in Silicon Valley, per costituirla. All'epoca era una cosa strana da fare. Perché lo fece? Perché era cresciuto lì e si ricordava quanto quella zona fosse bella. Ora Palo Alto è principalmente una zona residenziale, ma allora era un'incantevole città universitaria, con un clima perfetto e San Francisco a un'ora di distanza.

Le aziende che oggi dominano la Silicon Valley discendono tutte, in vario modo, dalla Shockley Semiconductor. Shockley era un uomo difficile e nel 1957 i suoi migliori collaboratori, chiamati "gli otto traditori", se ne andarono per fondare una nuova società, la Fairchild Semiconductor. Tra loro c'erano Gordon Moore e Robert Noyce, che avrebbero poi fondato Intel, e Eugene Kleiner, che avrebbe fondato la società di Venture Capital Kleiner Perkins. Quarantadue anni dopo, Kleiner Perkins ha finanziato Google e il partner responsabile dell'operazione è stato John Doerr, che si trasferì in Silicon Valley nel 1974 proprio per lavorare ad Intel.

Quindi, anche se molte delle nuove aziende della Silicon Valley non producono nulla dal silicio (ndt: da cui viene il termine “silicon” che in inglese significa appunto “silicio”), rimangono ancora molti collegamenti con Shockley. C'è una lezione da imparare in questo: le startup generano startup. Le persone che lavorano per le startup a un certo punto ne creeranno di nuove. Le persone che diventano ricche grazie alle startup, ne finanzieranno di nuove. Credo che questo tipo di crescita organica sia l'unico modo per produrre un hub di startup, perché è l'unico modo per far crescere le competenze necessarie.

Questo ha due implicazioni importanti. La prima è che per far crescere una Silicon Valley ci vuole tempo. L'università può essere creata in un paio d'anni, ma la comunità di startup che la circonda deve crescere organicamente. La durata del ciclo dipende dal tempo necessario a un'azienda per avere successo, che tendenzialmente è di almeno cinque anni.

L'altra implicazione dell'ipotesi di crescita organica è che non si può essere “più o meno” un hub di startup. O si ha una reazione a catena che si autoalimenta, oppure no. L'osservazione conferma anche questo: le città o hanno un ecosistema vivo di startup, oppure non ce l'hanno proprio. Non ci sono vie di mezzo. Chicago ha la terza area metropolitana più grande d'America. Come fonte di startup è trascurabile se paragonata a Seattle, che invece è la numero 15.

La buona notizia è che il seme iniziale può essere piuttosto piccolo. Shockley Semiconductor, sebbene non abbia avuto molto successo, è stata sufficientemente grande per far partire la Silicon Valley. Ha riunito una massa critica di esperti in una nuova tecnologia strategica in un luogo che è piaciuto loro abbastanza da rimanerci.

Competizione

Naturalmente, un'aspirante Silicon Valley deve affrontare un ostacolo che la Silicon Valley originale non aveva: deve competere con la Silicon Valley. Si può fare? Probabilmente sì.

Uno dei maggiori vantaggi della Silicon Valley è rappresentato dalle società di venture capital che sono basate qui. Ai tempi di Shockley questo non era un fattore, perché i fondi di VC non esistevano. In effetti, Shockley Semiconductor e Fairchild Semiconductor non erano affatto startup nel senso in cui intendiamo oggi. Erano filiali, rispettivamente di Beckman Instruments e Fairchild Camera and Instrument. Queste aziende erano apparentemente disposte a creare filiali ovunque gli esperti che lavoravano per loro volessero vivere.

I VC, invece, preferiscono finanziare le startup che si trovano nel raggio di un'ora di macchina dai propri uffici. Innanzitutto, è più probabile che notino startup che nascono vicino a loro. Ma se e quando sono interessati a startup basate in altre città, non è raro che chiedano loro di spostarsi. Non vogliono dover viaggiare per partecipare alle riunioni del consiglio di amministrazione e, in ogni caso, le probabilità di successo sono maggiori in un hub di startup.

L'effetto centralizzante dei fondi di VC è duplice: essi fanno sì che intorno a loro si formino startup e queste ultime attirano altre startup acquisendole. Sebbene il primo punto si stia indebolendo perché ora è molto più economico avviare alcune startup, il secondo sembra più forte che mai. Tre delle aziende "Web 2.0" più ammirate sono state fondate al di fuori dei soliti centri di startup, ma due di queste sono già state acquisite.

Queste forze centralizzatrici rendono più difficile l'avvio di nuove Silicon Valley. Ma questo non significa che sia impossibile. Alla fine, il potere è in mano ai founder di startup. Una startup con il team migliore vincerà sempre contro una con finanziamenti da parte di famosi VC, e una startup di sufficiente successo non dovrà mai trasferirsi. Quindi una città che riesca a esercitare un'influenza sufficiente sulle persone giuste potrebbe competere e forse anche superare la Silicon Valley.

Nonostante la sua incredibile potenza, la Silicon Valley, ha anche una grande debolezza: il paradiso che Shockley trovò nel 1956 è ora un gigantesco parcheggio. San Francisco e Berkeley sono molto belle, ma sono a quaranta miglia di distanza. La Silicon Valley vera e propria è un’area residenziale particolarmente brutta. Ha un clima favoloso, il che la rende decisamente migliore rispetto allo sprawl orrendo della maggior parte delle altre città americane. Ma un concorrente che riuscisse a evitare questa bruttezza avrebbe davvero una possibilità. Tutto ciò di cui una città avrebbe bisogno è di essere il tipo di luogo a cui i prossimi "otto traditori" possano guardare dicendo "Voglio restare qui", e questo sarebbe sufficiente a innescare la reazione a catena.

(La seconda parte di questo intervento è diventata l’essay Perché le startup si concentrano in America// Why Startups Condense in America.)

Note

1

È interessante considerare quanto basso potrebbe essere questo numero. Sospetto che cinquecento persone sarebbero sufficienti, anche se non potessero portare nulla con sé. Probabilmente ne basterebbero trenta, se potessi sceglierli, per trasformare Buffalo in un importante centro di startup.

2

I burocrati sono capaci di ad assegnare i fondi per la ricerca abbastanza bene, ma solo perché (come un Corporate Venture Capital) esternalizzano la maggior parte del lavoro di selezione. Un professore di un'università famosa, molto apprezzato dai suoi colleghi, otterrà il finanziamento, praticamente a prescindere dalla proposta. Questo non funzionerebbe per le startup, i cui fondatori non sono sponsorizzati da organizzazioni e sono spesso sconosciuti.

3

Dovreste farlo tutto in una volta, o almeno un intero dipartimento alla volta, perché le persone sarebbero più propense a venire se sapessero che i loro amici lo fanno. E probabilmente si dovrebbe partire da zero, piuttosto che cercare di alzare il livello di un'università già esistente, altrimenti molte energie andrebbero perse in problemi da risolvere.

4

Ipotesi: Qualsiasi piano in cui più edifici indipendenti vengono sventrati o demoliti per essere "riqualificati" come un unico progetto è una perdita netta di personalità per la città, ad eccezione della conversione di edifici non precedentemente pubblici, come i magazzini.

5

A New York nascono alcune startup, ma meno di un decimo pro capite rispetto a Boston, e soprattutto in settori meno nerd come la finanza e i media.

6

Alcune contee blu/democratiche sono falsi positivi (che riflettono la potenza residua delle macchine del partito democratico), ma non ci sono falsi negativi. Si possono tranquillamente escludere tutte le contee rosse/repubblicane.

7

Alcuni esperti di "rinnovamento urbano" hanno tentato di distruggere quello di Boston negli anni Sessanta, lasciando l'area intorno al municipio una landa desolata, ma la maggior parte dei quartieri ha resistito con successo.

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Tutti gli essays di Paul Graham tradotti in italiano e trasformati in un podcast. Da tante mani e tante voci.