Paul Graham: il pifferaio magico dei nerd
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Guida per Studenti alle Startup // A Student's Guide to Startups
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Guida per Studenti alle Startup // A Student's Guide to Startups

Traduzione in italiano di Elena Carmazzi dall’essay originale di Paul Graham "A Student's Guide to Startups"
Traduzione e lettura in italiano di Elena Carmazzi dall’essay originale di Paul Graham "A Student's Guide to Startups" [Ottobre 2006].
Immagine generata con Midjourney

[Questo saggio è tratto da un intervento al MIT.]

Fino a poco tempo fa, gli studenti diplomati avevano due opzioni principali: trovare un lavoro o andare al college. Credo, tuttavia, che presto ci sarà una terza alternativa sempre più comune: lanciare una startup. Ma quanto diffuso potrà diventare questo fenomeno?

Sono convinto che la scelta più comune rimarrà iniziare a lavorare, ma lanciare una startup potrebbe diventare altrettanto popolare quanto proseguire con gli studi universitari.

Alla fine degli anni '90, alcuni miei colleghi professori si lamentavano perché non riuscivano ad attirare i diplomati: tutti andavano a lavorare per una startup. Non mi sorprenderebbe se questo scenario si ripetesse, con una differenza: questa volta, molti non andranno a lavorare per altri, ma avvieranno la propria impresa.

Gli studenti più ambiziosi potrebbero chiedersi: perché aspettare fino alla laurea? Perché non lanciare una startup già mentre si è al college? E a pensarci bene, perché andare al college quando si può avviare una startup?

Un anno e mezzo fa, ho tenuto un discorso in cui sottolineavo che l'età media dei fondatori di Yahoo, Google e Microsoft era di 24 anni. Se i laureati possono avviare una startup, perché non potrebbero farlo gli studenti?

Sono contento di averlo posto come una domanda, perché adesso posso dire che non era solo una retorica. All'epoca non capivo perché ci dovesse essere un limite minimo di età per fondare una startup. Laurearsi è un cambiamento burocratico e sociale, non fisiologico. Alcuni studenti universitari sono competenti quanto molti laureati, quindi perché non potrebbero lanciare una startup?

Ora mi rendo conto che c'è una differenza importante: la laurea segna la fine di una grande scusa per fallire. Quando sei uno studente, le persone ti considerano principalmente uno studente, anche se durante l'estate lavori su un progetto imprenditoriale. Ma una volta laureato, se inizi a lavorare come programmatore, sarai immediatamente percepito come tale.

Il problema di lanciare una startup durante gli studi è che offre una scappatoia: se la tua impresa fallisce, potrai sempre dire che era solo un progetto estivo e tornare a scuola in autunno senza che nessuno ti consideri un fallito.

Se invece avvii la tua startup dopo il diploma, quella sarà considerata il tuo vero lavoro, e le aspettative cambieranno radicalmente.

Per quasi tutti l’opinione di un compagno è la più potente motivazione di tutte - ancora più potente persino dell'obiettivo nominale dei founder: diventare ricchi. Dopo circa un mese dall'inizio di ogni ciclo di finanziamento facciamo un evento chiamato Prototype Day, in cui ogni startup presenta alle altre i risultati ottenuti in così poco tempo. Potreste pensare che non serva nessun’altra motivazione oltre questo. Stanno lavorando alla loro nuova idea, hanno fondi per l’immediato futuro e stanno giocando una partita con solo due possibili outcome: la ricchezza o il fallimento. Potreste pensare questa sia una motivazione sufficiente eppure la prospettiva di una demo spinge la maggior parte di loro a un'intensa attività.

Anche se aprite una startup esplicitamente con lo scopo di diventare ricchi, i soldi che potreste ottenere sembreranno piuttosto teorici per la maggior parte del tempo. Ciò che vi motiva giorno per giorno è non voler fare brutta figura.

Probabilmente non potete cambiare questa cosa. Anche se poteste, non credo che lo vorreste fare perché una persona a cui non importa nulla di ciò che pensano di lui i suoi pari è probabilmente uno psicopatico. Quindi la cosa migliore che potete fare è considerare questa spinta come un vento e impostare la vostra barca a vela di conseguenza. Se sapete che i vostri compagni vi spingeranno in una certa direzione allora scegliete dei bravi compagni e posizionatevi in modo che vi spingano in una direzione che vi piace.

La laurea cambia i venti prevalenti e sono questi a fare la differenza. Lanciare una startup è così difficile che anche per coloro che hanno avuto successo è un’impresa difficile. Per quanto una startup stia volando in alto, probabilmente ha qualche foglia incastrata nel carrello di atterraggio a causa degli alberi che ha superato a fatica alla fine della pista. In una partita così combattuta, anche il più piccolo aumento delle forze contrarie può essere abbastanza da farvi precipitare nel fallimento.

I primi anni in cui abbiamo aperto Y Combinator incoraggiavamo le persone ad aprire una startup mentre erano ancora al college. Questo in parte è dovuto al fatto che Y Combinator è nato come una sorta di programma estivo. Abbiamo mantenuto la forma del programma - cenare tutti insieme una volta alla settimana si è rivelata una buona idea - ma recentemente abbiamo deciso che la nostra linea dovrebbe essere quella di dire alle persone di aspettare fino alla laurea.

Questo significa che non potete lanciare una startup durante il college? Per niente.

Sam Altman, co-founder di Loopt, aveva appena finito il secondo anno quando li abbiamo finanziati e Loopt è probabilmente la più promettente di tutte le startup che abbiamo finanziato finora. Ma Sam Altman è decisamente un ragazzo fuori dalla norma. Appena 3 minuti dopo averlo conosciuto ricordo di aver pensato “Ah, quindi è così che doveva essere Bill Gates quando aveva 19 anni”.

Se può funzionare lanciare una startup durante il college, perché diciamo alle persone di non farlo?

Per lo stesso motivo per cui un violinista probabilmente apocrifo, ogni volta che gli veniva chiesto di giudicare il modo di suonare di qualcuno, diceva sempre che non aveva abbastanza talento per sfondare come professionista.

Avere successo come musicista richiede tanta determinazione quanto talento e questa risposta risulta il consiglio adatto a chiunque. Quelli che sono incerti ci credono e si arrendono, mentre coloro sufficientemente determinati pensano “al diavolo, ci riuscirò comunque”.

Così adesso la nostra politica ufficiale è di finanziare solo i laureandi che non possono essere dissuasi, e francamente, se non siete convinti, dovreste aspettare. Non è detto che tutte le opportunità di avviare un'azienda svaniscano se non lo si fa ora. Forse la finestra si chiuderà su un'idea a cui state lavorando, ma non sarà l'ultima idea che avrete. Per ogni idea che si esaurisce, altre diventano realizzabili. Storicamente con il passare del tempo le opportunità di avviare startup sono solo che aumentate.

In questo caso, ci si potrebbe chiedere: perché non aspettare più a lungo? Perché non andare a lavorare per un po’ o frequentare una scuola di specializzazione, e poi avviare una startup? Ed effettivamente potrebbe essere una buona idea.

Se dovessi scegliere il punto di forza dei founder di startup, in base a coloro da cui siamo più entusiasti di ricevere candidature, direi che è probabilmente la fascia intorno ai 25 anni. Perché? Che vantaggio ha un venticinquenne rispetto a uno di 21? E perché non più grandi? Cosa possono fare i 25enni che i 32enni non possono fare? Sono domande che vale la pena di esaminare.

Aspetti positivi (pro)

Se aprite una startup subito dopo il college, sarete giovani founder per gli standard attuali, quindi dovreste sapere quali sono i vantaggi relativi ad esserne uno. Non sono quelli che potreste aspettarvi. Come giovane founder, i vostri punti di forza sono: resistenza, povertà, assenza di radici, colleghi e ignoranza.

L'importanza della resistenza non dovrebbe sorprendere. Se avete sentito parlare di startup, probabilmente avrete sentito parlare delle lunghe ore di lavoro. Per quanto ne so, sono universali. Non riesco a pensare a nessuna startup di successo i cui founder abbiano lavorato dalle 9 alle 5. E per i founder più giovani è particolarmente necessario lavorare a lungo, perché probabilmente non sono ancora efficienti come lo saranno in futuro.

Il secondo vantaggio, la povertà, potrebbe non sembrarvi un vantaggio ma in realtà è uno di quei vantaggi enormi. La povertà implica che puoi vivere economicamente e questo è un fattore critico per le startup. Quasi ogni startup che fallisce, fallisce perché esaurisce i fondi. È un po’ fuorviante metterla in questo modo, perché di solito ci sono anche altri fattori che concorrono al fallimento, ma a prescindere dall'origine dei problemi, un basso tasso di combustione offre maggiori possibilità di recupero. E dato che all’inizio la maggior parte delle startup fa ogni errore immaginabile, avere lo spazio per recuperare dagli errori è prezioso.

La maggior parte delle startup finisce a fare qualcosa di diverso da quello che avevano pianificato. Il modo in cui chi ha successo trova qualcosa che funziona è provando cose che non funzionano. Quindi la cosa peggiore che possiate fare in una startup è avere un rigido, pre-confezionato piano e poi iniziare a spendere tanti soldi per implementarlo. Meglio procedere economicamente e dare tempo alle vostre idee di evolvere.

I neolaureati possono vivere praticamente con niente e questo vi da un vantaggio rispetto ai founder più grandi, perché il più grande costo delle startup di software sono le persone. La persona con dei bambini e un mutuo da pagare ha un reale svantaggio. Questa è una delle ragioni per cui scommetto sui 25enni più che sui 32enni. Probabilmente il 32enne è un programmatore più bravo ma probabilmente ha anche una vita molto più costosa. Mentre un venticinquenne ha un po' di esperienza lavorativa (e su questo punto si tornerà più avanti) ma può vivere a basso costo come un laureato.

Io e Robert Morris avevamo rispettivamente 30 e 29 anni quando abbiamo lanciato Viaweb, ma fortunatamente vivevamo ancora come dei 23enni. Entrambi avevamo più o meno zero asset. Mi sarebbe piaciuto avere un mutuo, perché avrebbe significato avere una casa. Ma, a posteriori, non avere nulla si è rivelato conveniente. Non ero vincolato e mi ero abituato a vivere in modo economico.

Ancora più importante del vivere economicamente, però, è pensare economicamente. Uno dei motivi per cui l'Apple II diventò così popolare era il fatto che fosse economico. Il computer in sé era economico e utilizzava periferiche a basso costo, come un registratore a cassette per l'archiviazione dei dati e un televisore come monitor. E sapete perché? Perché Woz aveva progettato questo computer per se stesso e non poteva permettersi niente di più.

Abbiamo beneficiato dello stesso fenomeno. I nostri prezzi erano audacemente bassi per l'epoca. Il livello massimo di servizio era di 300 dollari al mese, un ordine di grandezza inferiore alla norma. A posteriori è stata una mossa intelligente, ma non lo abbiamo fatto perché eravamo intelligenti. 300 dollari al mese ci sembravano un sacco di soldi. Come Apple, abbiamo creato qualcosa di economico, e quindi popolare, semplicemente perché eravamo poveri.

Molte startup hanno questa forma: qualcuno arriva e produce qualcosa a un decimo o a un centesimo di quello che costava prima, e gli operatori esistenti non possono seguirlo perché non vogliono nemmeno pensare a un mondo in cui ciò sia possibile. Le compagnie telefoniche tradizionali a lunga distanza, ad esempio, non volevano nemmeno pensare al VoIP. (Stava per arrivare comunque). Essere poveri aiuta in questo gioco, perché i propri pregiudizi personali vanno nella stessa direzione in cui si evolve la tecnologia.

I vantaggi della mancanza di radici sono simili a quelli della povertà. Quando si è giovani si è più mobili, non solo perché non si ha una casa o molte cose, ma anche perché è meno probabile avere relazioni serie. Questo aspetto si rivela importante, perché molte startup prevedono il trasferimento di qualcuno.

I founder di Kiko, per esempio, adesso sono sulla strada per la Bay Area per lanciare la loro prossima startup. È un posto più adatto a quello che vogliono fare, e per loro è stato semplice decidere di andare perché nessuno di loro che io sappia ha una relazione seria e tutto ciò che hanno può entrare in una macchina. O più precisamente, che entra in un'unica macchina o che valgono talmente poco valore da non farli rimpiangere.

Almeno erano a Boston. E se fossero stati in Nebraska, come Evan Williams alla loro età? Qualcuno di recente ha scritto che lo svantaggio di Y Combinator è che bisogna trasferirsi per partecipare. Non poteva essere altrimenti. Il genere di conversazioni che abbiamo con i founders dobbiamo farle di persona. Investiamo in dozzine di startup contemporaneamente e non possiamo essere in dozzine di luoghi diversi nello stesso tempo. Ma anche se in qualche modo, magicamente, potessimo far sì che le persone non debbano trasferirsi, non lo faremmo. Non faremmo favore ai founders permettendogli di rimanere in Nebraska. I luoghi che non sono hub per startup sono tossici per esse. Lo si capisce da evidenze indirette. Quanto debba essere difficile avviare una startup a Houston, Chicago o Miami lo si capisce dal numero microscopicamente esiguo, pro capite, di startup che vi hanno successo. Non so esattamente cosa stia sopprimendo tutte le startup in queste città - probabilmente un centinaio di piccole cose sottili - ma qualcosa deve essere.

Forse questo fenomeno cambierà, forse la crescente economicità delle startup permetterà loro di sopravvivere ovunque, anziché solo negli ambienti più ospitali. Forse 37signals è il modello per il futuro, ma forse no. Storicamente ci sono sempre state alcune città fulcro di alcune industrie, e se non si era in una di quelle si era in svantaggio. Quindi credo che 37signals sia un'anomalia: siamo di fronte a un modello molto più antico del “Web 2.0”.

Forse il motivo per cui nella Bay Area si creano più startup pro capite rispetto a Miami è semplicemente che lì ci sono più founders e le startup di successo non vengono quasi mai lanciate da una persona sola. Di solito iniziano da una conversazione in cui qualcuno dice che qualcosa sarebbe una buona idea per un’azienda, e i suoi amici dicono “sì, è una buona idea, proviamoci!”. Se manca la seconda persona che dice “proviamoci”, la startup non nascerà mai, e questa è un’altra area in cui i laureandi hanno un vantaggio: sono circondati da persone disposte a dirlo. In una buona università si è in mezzo ad un concentrato di persone ambiziose e dalla mentalità tecnica, probabilmente più concentrato di quanto non lo si vedrà più nella vita. Se il nucleo emette un neutrone, è molto probabile che colpisca un altro nucleo.

La domanda più frequente che le persone ci fanno a Y Combinator è: dove posso trovare un co-founder? Questo è il problema più grande per coloro che lanciano una startup a 30 anni. Quando erano all’università conoscevano tantissime buoni co-founders, ma a 30 anni hanno perso i contatti con loro oppure queste persone sono vincolate da lavori che non vogliono lasciare.

Viaweb era un'anomalia anche da questo punto di vista. Sebbene fossimo relativamente grandi, non eravamo vincolati da un lavoro importante. Io cercavo di fare l'artista, il che non è molto vincolante, e Robert, pur avendo 29 anni, stava ancora studiando a causa di una piccola interruzione della sua carriera accademica nel 1988. Quindi, probabilmente il Worm ha reso possibile Viaweb. Altrimenti Robert sarebbe stato un giovane professore a quell'età, e non avrebbe avuto il tempo di lavorare a progetti speculativi folli insieme a me.

Alla maggior parte delle domande che le persone pongono a Y Combinator abbiamo una qualche risposta, ma non alla domanda sul co-founder. Non c'è una risposta valida. I co-founder dovrebbero essere persone che già conoscete e il posto migliore per incontrarli è l’università. Si ha a disposizione un ampio campione di persone intelligenti, si può confrontare il loro rendimento su compiti identici e la vita di ognuno è piuttosto fluida. Molte startup nascono dalle università per questo motivo. Google, Yahoo e Microsoft, tra le altre, sono state tutte fondate da persone che si sono incontrate all’università (nel caso di Microsoft, al liceo).

Molti studenti pensano di dover aspettare e fare un po' più di esperienza prima di avviare un'azienda. A parità di condizioni, dovrebbero farlo, ma le altre condizioni non sono così uguali come sembrano. La maggior parte degli studenti non si rende conto di quanto siano ricchi dell'ingrediente più scarso nelle startup, i co-founder. Se aspettate troppo a lungo, potreste scoprire che i vostri amici coinvolti in qualche progetto che non vogliono abbandonare. Più sono bravi, più è probabile che questo accada.

Un modo per mitigare questo problema potrebbe essere quello di pianificare attivamente la vostra startup mentre state acquisendo quegli anni di esperienza. Certo, andate a cercare lavoro o a frequentare una specializzazione o altro, ma riunitevi regolarmente per pianificare, in modo che l'idea di avviare una startup rimanga viva nella mente di tutti. Non so se funzioni, ma tentar non nuoce.

Sarebbe utile rendersi conto del vantaggio che avete come studenti. Alcuni dei vostri compagni di corso probabilmente diventeranno founder di startup di successo; in una prestigiosa università tecnica, questa è quasi una certezza. Quindi quali cofounder? Se fossi in voi cercherei le persone che non sono solo intelligenti, ma anche inguaribili costruttori. Cercate le persone che continuano ad avviare progetti e a portarne a termine almeno qualcuno. È questo che cerchiamo. Al di sopra di tutto, delle credenziali accademiche e persino dell'idea con cui vi candidate, cerchiamo persone che costruiscono cose.

L'altro luogo in cui i co-founder si incontrano è il lavoro. Sono meno numerosi di quelli che si incontrano al college, ma ci sono cose che si possono fare per migliorare le proprie probabilità. La più importante, ovviamente, è lavorare in un posto dove ci sono molte persone giovani e intelligenti. Un altro è lavorare per un'azienda situata in un hub di startup. Sarà più facile convincere un collega a licenziarsi in un posto in cui le startup si sviluppano intorno a voi.

Dovreste anche controllare il contratto di lavoro che firmate al momento dell'assunzione. La maggior parte di essi stabilisce che tutte le idee che vi vengono in mente mentre siete alle dipendenze dell'azienda appartengono a quest'ultima.In pratica, è difficile per chiunque dimostrare quali idee abbiate avuto in quel momento, quindi la linea di demarcazione viene tracciata dal codice. Se avete intenzione di avviare una startup, non scrivete il codice mentre siete ancora impiegati o almeno scartate il codice che avete scritto mentre eravate ancora impiegati e ricominciate da capo. Il problema non è tanto che il vostro datore di lavoro lo scopra e vi faccia causa, non si arriverà a questo, saranno gli investitori, gli acquirenti o (se siete così fortunati) i sottoscrittori ad inchiodarvi per primi. Tra t = 0 e quando comprerete lo yacht, qualcuno vi chiederà se il vostro codice appartiene legalmente a qualcun altro e voi dovrete essere in grado di rispondere di no.

L'accordo con i dipendenti più esagerato che ho visto finora è quello di Amazon. Oltre alle solite clausole sulla proprietà delle idee, non puoi essere il founder di una startup con un co-founder che ha abbia lavorato in Amazon, anche se non lo conoscevi e non lavoravi lì nello stesso periodo. Sospetto che sia difficile farlo rispettare, ma è un brutto segno che ci provino. Ci sono molti altri posti di lavoro; potete anche sceglierne uno che vi lasci aperte più opzioni.

Parlando di posti di lavoro interessanti c'è Google naturalmente, ma ho notato qualcosa di leggermente spaventoso su Google: da lì escono zero startup. Da questo punto di vista è un buco nero. Sembra che alle persone piaccia troppo lavorare in Google per andarsene. Quindi, se sperate di avviare una startup un giorno, le prove finora raccolte suggeriscono che non dovreste lavorare in Google.

Mi rendo conto che questo possa sembrare un consiglio strano. Se vi fanno vivere così bene che non volete andarvene, perché non lavorare lì? Perché, in effetti, è probabile che tu stia ottenendo un massimo locale, mentre per avviare una startup è necessaria una certa energia di attivazione. Quindi un datore di lavoro per il quale è abbastanza piacevole lavorare può convincervi a rimanere a tempo indeterminato, anche se sarebbe un vantaggio netto per voi andarvene.

Il miglior luogo in cui lavorare, se volete lanciare la vostra startup, è probabilmente un’altra startup. Oltre ad essere il giusto tipo di esperienza, in un modo o nell’altro finirà in fretta: o diventerete ricchi, nel qual caso si sarà risolto il problema, o la startup verra acquisita, nel qual caso inizierà a fare schifo lavorare lì e sarà facile andarsene oppure, più probabilmente, la cosa esploderà e sarete nuovamente liberi.

L'ultimo vantaggio, l'ignoranza, potrebbe non sembrare molto utile. Ho deliberatamente usato una parola controversa per definirlo, si potrebbe anche chiamare innocenza ma l’ignoranza sembra essere una forza potente. La mia co-founder di Y Combinator, Jessica Livingston, sta per pubblicare un libro di interviste ai fondatori di startup e ho notato uno schema notevole. Uno dopo l'altro hanno detto che se avessero saputo quanto sarebbe stato difficile, sarebbero stati troppo intimoriti per iniziare.

L'ignoranza può essere utile quando fa da contrappeso ad altre forme di stupidità ed è utile nell'avvio di startup perché si è capaci di fare più di quanto si pensi. Avviare una startup è più difficile di quanto ci si aspetti, ma si è anche in grado di fare più di quanto si pensi, quindi le due cose si compensano.

La maggior parte delle persone guarda ad aziende come Apple e pensa, come potrei mai creare una cosa del genere? Apple è un’istituzione, io sono solo una persona. Ma ogni istituzione a un certo punto è stata solo una manciata di persone in una stanza che hanno deciso di iniziare qualcosa. Le istituzioni sono fatte, e fatte da persone non diverse da voi.

Non sto dicendo che chiunque possa lanciare una startup. Sono certo che la maggior parte delle persone non potrebbe farlo; non so molto della popolazione in generale. Quando si tratta di gruppi che conosco bene, come gli hacker, posso parlare con più precisione. Nelle migliori università, credo che un quarto dei laureati in informatica potrebbe diventare founder di una startup, se lo volessero.

Quel “se volessero” è una qualifica importante - così importante che è quasi un imbroglio aggiungerla in questo modo - perché una volta superata una certa soglia di intelligenza, che la maggior parte dei laureati in informatica delle migliori università ha già superato, il fattore decisivo per il successo di un founder è la sua volontà. Non è necessario essere così intelligenti. Se non sei un genio, avvia la tua startup in un campo poco sexy in cui avrai meno competizione: come quello dei software per i dipartimenti delle risorse umane. Ho scelto questo esempio a caso, ma sono quasi sicuro nel prevedere che qualsiasi cosa abbiano ora, non ci vorrebbe un genio per fare di meglio. C'è un sacco di gente che lavora su cose noiose e che ha un disperato bisogno di un software migliore, quindi, per quanto pensiate di non essere all'altezza di Larry e Sergey, potete abbassare la figaggine dell'idea abbastanza da compensarla.

Oltre a evitare di farsi intimidire, l'ignoranza può talvolta aiutare a scoprire nuove idee. Steve Wozniak ha espresso questo concetto in modo molto forte:

Tutte le cose migliori che ho fatto in Apple sono nate dal fatto che (a) non avevo soldi e (b) non le avevo mai fatte prima, mai. Ogni singola cosa che abbiamo realizzato di veramente grandioso non l'avevo mai fatta in vita mia.

Quando non sai niente devi reinventare cose per te stesso e, se sei abbastanza furbo forse le cose che reinventerai saranno migliori di quelle precedenti. Questo è particolarmente vero nei campi in cui le regole cambiano molto spesso. Tutte le nostre idee sui software sono state sviluppate in un'epoca in cui i processori erano lenti e le memorie e i dischi minuscoli. Chi può sapere quali ipotesi obsolete sono incorporate nella saggezza convenzionale? E il modo in cui questi presupposti verranno risolti non è la deallocazione esplicita, ma qualcosa di più simile alla garbage collection. Qualcuno ignorante ma intelligente arriverà e reinventerà tutto, e nel processo semplicemente non riprodurrà alcune idee esistenti.

Aspetti negativi (contro)

Questo per quanto riguarda i vantaggi di essere dei giovani founder. E gli svantaggi? Inizierò da ciò che non va e cercherò di risalire alle cause principali.

Solo di recente abbiamo capito che quello che non va nei giovani founders è che costruiscono cose che sembrano progetti scolastici. Abbiamo notato molte somiglianze tra le startup che sembravano essere in ritardo, ma non riuscivamo a capire come tradurle in parole. Alla fine abbiamo capito di cosa si trattava: stavano costruendo progetti scolastici.

Ma cosa significa veramente? Cosa c'è di sbagliato nei progetti scolastici? Qual è la differenza tra un progetto di classe e una vera startup? Se potessimo rispondere a questa domanda sarebbe utile non solo agli aspiranti founders di startup, ma anche agli studenti in generale, perché faremmo molta strada per spiegare il mistero del cosiddetto mondo reale.

Sembrano esserci due grandi mancanze in questi progetti: (1) una definizione iterativa di un problema reale e (2) l'intensità.

Il primo è probabilmente inevitabile: i progetti scolastici risolvono inevitabilmente dei problemi falsi. Innanzitutto, i problemi reali sono rari e preziosi. Se un professore volesse far risolvere agli studenti problemi reali, si troverebbe di fronte allo stesso paradosso di chi cerca di dare un esempio di qualsiasi “paradigma” possa succedere al Modello Standard della fisica. Potrebbe esserci qualcosa di simile, ma se si riuscisse a pensare a un esempio si avrebbe diritto al Premio Nobel. Allo stesso modo, i problemi nuovi e validi non si possono chiedere.

Con la tecnologia la difficoltà è aggravata dal fatto che le vere startup tendono a scoprire il problema che stanno risolvendo attraverso un processo di evoluzione. Qualcuno ha un'idea per qualcosa, la costruisce e nel farlo (e probabilmente solo nel farlo) si rende conto che il problema che dovrebbe risolvere è un altro. Anche se il professore vi permettesse di cambiare al volo la descrizione del vostro progetto, non c'è abbastanza tempo per farlo in un corso universitario, né un mercato in grado di fornire pressioni evolutive. Quindi i progetti scolastici riguardano soprattutto l'implementazione, che è l'ultimo dei problemi in una startup.

In una startup si lavora sia sull'idea che sull'implementazione, ma non è solo questo. La stessa implementazione è diversa: il suo scopo principale è quello di perfezionare l'idea. Spesso l'unico valore della maggior parte delle cose che si costruiscono nei primi sei mesi dimostrano solo che l'idea iniziale era sbagliata, e questo è estremamente prezioso. Se vi liberate di un'idea sbagliata che tutti gli altri condividono, siete in una posizione di forza, ma non si pensa in questo modo a un progetto di classe. Dimostrare che il vostro piano iniziale era sbagliato vi farebbe prendere un brutto voto, invece di costruire cose da buttare, si tende a volere che ogni riga di codice serva per raggiungere l'obiettivo finale di dimostrare che si è lavorato molto.

Questo porta alla seconda differenza: il modo in cui i progetti scolastici sono valutati. I professori tendono a giudicarvi in base alla distanza tra il punto di partenza e il punto in cui vi trovate ora. Se qualcuno ha ottenuto molti risultati, dovrebbe ottenere un buon voto, ma i clienti vi giudicheranno nella direzione opposta: la distanza rimanente tra il punto in cui siete ora e le caratteristiche di cui hanno bisogno. Al mercato non importa quanto duramente avete lavorato: gli utenti vogliono solo che il vostro software faccia ciò di cui hanno bisogno, altrimenti otterrete uno zero. Questa è una delle differenze più evidenti tra la scuola e il mondo reale: non c'è alcuna ricompensa per il buon lavoro svolto. In effetti, l'intero concetto di “buon impegno” è un'idea falsa che gli adulti hanno inventato per incoraggiare i bambini. Non si trova in natura.

Questo tipo di bugie sembra essere utili per i bambini, ma purtroppo quando ti laurei non ti danno una lista di tutte le bugie che ti hanno raccontato durante la tua istruzione. Bisogna farle saltare fuori dal contatto con il mondo reale e questo è il motivo per cui tanti lavori richiedono esperienza lavorativa. Sapevo programmare, anzi, potevo dire di saper programmare meglio della maggior parte delle persone che lo fanno per mestiere. Allora cos'era questa misteriosa “esperienza lavorativa” e perché ne avevo bisogno?

Adesso capisco di cosa si tratta e parte della confusione è dovuta dalla grammatica. Descriverla come “esperienza lavorativa” implica che sia come l'esperienza nel funzionamento di un certo tipo di macchina o nell'uso di un certo linguaggio di programmazione. In realtà, l'esperienza lavorativa non si riferisce a una competenza specifica, ma all'eliminazione di certe abitudini lasciate dall'infanzia.

Una delle qualità che contraddistinguono i bambini è quella di essere scostanti. Quando sei un bambino e devi affrontare una prova difficile puoi sempre metterti a piangere e dire che non ci riesci, nessuno ti costringerà a farlo. Naturalmente, anche nel mondo degli adulti nessuno può obbligarvi a fare qualcosa, quello che fanno piuttosto è licenziarvi. E quando si è motivati da questo, si scopre di poter fare molto di più di quanto si pensasse. Una delle cose che i datori di lavoro si aspettano da chi ha “esperienza di lavoro” è l'eliminazione del riflesso di rottura: la capacità di portare a termine le cose, senza scuse.

L'altra cosa che si ottiene dall'esperienza lavorativa è una comprensione di cosa significhi lavorare e, in particolare, di quanto possa essere intrinsecamente orribile. Fondamentalmente, l'equazione è brutale: dovete trascorrere la maggior parte delle vostre ore di veglia facendo cose che qualcun altro desidera, oppure rischiare di morire di fame. Ci sono pochi posti in cui il lavoro è così interessante che questo diventa invisibile, perché ciò che gli altri vogliono che venga fatto coincida con ciò su cui desiderate lavorare. Ma basta immaginare cosa accadrebbe se questi due aspetti divergessero per vedere la realtà sottostante.

Non è tanto il fatto che gli adulti mentano ai bambini su questo argomento, quanto piuttosto che non lo spieghino mai. Non spiegano mai qual è la questione con i soldi. Sin da piccoli sai che avrai un lavoro, perché tutti ti chiedono cosa vuoi "fare" da grande. Quello che non ti dicono è che, da bambino, sei sulle spalle di qualcun altro che sta lottando per restare a galla, e che iniziare a lavorare significa essere gettati in acqua da soli, dover cominciare a nuotare o affondare. "Essere" qualcosa è irrilevante; il problema immediato è non affogare.

La relazione tra lavoro e denaro tende a farsi chiara solo gradualmente, almeno così è stato per me. Il primo pensiero tende a essere semplicemente: "Questo fa schifo. Ho dei debiti. Inoltre, devo alzarmi lunedì e andare al lavoro." Gradualmente realizzi che queste due cose sono collegate in modo indissolubile, come solo un mercato può fare.

Quindi il vantaggio più importante che hanno i founders di 24 anni rispetto a quelli di 20 è che sanno cosa stanno cercando di evitare. Per un comune studente universitario, l'idea di diventare ricco si traduce nell'acquisto di Ferrari o nell'essere ammirati. Per qualcuno che ha imparato dall'esperienza la relazione tra denaro e lavoro, si traduce in qualcosa di molto più importante: significa poter uscire dall'equazione brutale che governa la vita del 99,9% delle persone. Diventare ricchi significa poter smettere di nuotare per restare a galla.

Chi comprende questo lavorerà molto più duramente per far sì che una startup abbia successo—con l'energia proverbiale di un uomo in pericolo, in effetti. Ma capire la relazione tra denaro e lavoro cambia anche il modo in cui lavori. Non guadagni soldi semplicemente per lavorare, ma perché fai cose che gli altri vogliono. Chi ha capito questo si concentrerà automaticamente di più sull'utente e questo cura l'altra metà della sindrome del progetto scolastico. Dopo aver lavorato per un po', tendi a misurare ciò che hai fatto nello stesso modo in cui lo fa il mercato.

Certo, non è necessario passare anni a lavorare per imparare queste cose. Se sei sufficientemente perspicace, puoi afferrare questi concetti mentre sei ancora a scuola. Sam Altman lo ha fatto. Deve averlo fatto, perché Loopt non è un progetto scolastico. E come suggerisce il suo esempio, questa può essere una conoscenza preziosa. Come minimo, se capite queste cose, avete già la maggior parte di ciò che cercano nell'"esperienza lavorativa" i datori di lavoro che la considerano così desiderabile. Ma, naturalmente, se lo comprendete davvero, potete usare queste informazioni in un modo che vi porterà ancora più valore.

Oggi

Quindi supponete di volere aprire una startup a un certo punto, sia che sia alla laurea o qualche anno dopo. Cosa fate adesso? Sia per andare a lavorare sia per la scuola di specializzazione, ci sono modi per prepararsi mentre siete ancora all’università. Se desiderate ottenere un lavoro al termine degli studi, dovreste fare esperienze lavorative estive in luoghi in cui vi piacerebbe un giorno lavorare. Se volete frequentare la scuola di specializzazione sarà più utile lavorare su progetti di ricerca come studenti universitari. Qual è l’equivalente per le startup? Come si possono mantenere le opzioni il più aperte possibile?

Una cosa che potete fare mentre siete ancora all’università è imparare come funzionano le startup. Sfortunatamente non è facile: poche, se non nessuna, università offre corsi sulle startup. Potrebbero esserci corsi di business school sull'imprenditorialità, come la chiamano lì, ma questi corsi sono probabilmente una perdita di tempo. Le business school amano parlare di startup, ma filosoficamente si trovano all'estremo opposto dello spettro. Anche la maggior parte dei libri sulle startup sembra essere inutile: ne ho esaminati alcuni e nessuno di essi coglie nel segno. I libri nella maggior parte dei campi sono scritti da persone che conoscono l'argomento per esperienza, ma per le startup c'è un problema unico: per definizione, i founders di startup di successo non hanno bisogno di scrivere libri per fare soldi. Di conseguenza, la maggior parte dei libri sull'argomento finisce per essere scritta da persone che non lo comprendono.

Quindi sarei scettico riguardo a corsi e libri. Il modo migliore per apprendere sulle startup è osservarle in azione, preferibilmente lavorando in una di esse. Come puoi farlo da studente universitario? Probabilmente entrando di soppiatto. Basta gironzolare e iniziare gradualmente a fare cose per loro. La maggior parte delle startup è (o dovrebbe essere) molto cauta nell'assumere: ogni nuovo assunto aumenta il tasso di consumo e un'assunzione sbagliata all'inizio è difficile da recuperare. Tuttavia, le startup di solito hanno un'atmosfera piuttosto informale, e c'è sempre molto da fare. Se inizi a fare qualcosa per loro, molti saranno troppo occupati per mandarti via. Così puoi gradualmente guadagnarti la loro fiducia e magari trasformarlo in un lavoro ufficiale in seguito, oppure no, a seconda delle tue preferenze. Questo non funzionerà per tutte le startup, ma funzionerebbe per la maggior parte di quelle che conosco.

In secondo luogo, sfruttate al massimo il grande vantaggio del college: la ricchezza di potenziali co-founder. Guardate le persone che vi circondano e chiedetevi con chi vi piacerebbe lavorare; applicando questo criterio, potreste ottenere risultati sorprendenti. Potreste scoprire di preferie il ragazzo tranquillo che avete per lo più ignorato rispetto a qualcuno che sembra impressionante, ma ha un atteggiamento altrettanto problematico. Non sto suggerendo di leccare i piedi a persone che non vi piacciono davvero perché pensate che un giorno avranno successo. Al contrario, dovreste iniziare una startup solo con qualcuno che vi piace perché una startup metterà alla prova la vostra amicizia. Sto solo dicendo che dovreste pensare a chi ammirate davvero e passare del tempo con loro, invece di passarlo con chiunque in base alla circostanza.

Un'altra cosa che potete fare è imparare delle skills che vi saranno utili in una startup. Queste potrebbero essere diverse dalle competenze che imparereste per ottenere un lavoro. Ad esempio, puntare a un lavoro vi porterà a voler apprendere linguaggi di programmazione che pensate siano richiesti dai datori di lavoro, come Java e C++. Tuttavia, se avviate una startup potrete scegliere il linguaggio, quindi dovete considerare quale vi permetterà di fare di più. Usando questo criterio, potreste finire per imparare Ruby o Python.

Ma la skill più importante per un founder non è saper programmare. È l'abilità nel comprendere gli utenti e nel capire come offrire loro ciò che desiderano. So che ripeto questo concetto, ma è perché è davvero importante. È un’abilità che potete imparare, anche se forse sarebbe più appropriato usare il termine “abitudine”. Abituatevi a pensare al software come a qualcosa che ha degli utenti. Cosa vogliono quegli utenti? Cosa li farebbe esclamare "wow"?

Questo è particolarmente prezioso per gli studenti universitari, perché il concetto di utenti è assente dalla maggior parte dei corsi di programmazione universitari. Il modo in cui vi insegnano a programmare al college sarebbe come insegnare la scrittura come grammatica, senza menzionare che il suo scopo è comunicare qualcosa a un pubblico. Fortunatamente, un pubblico per i software è a solo una richiesta HTTP di distanza. Quindi, oltre alla programmazione che fate per i vostri corsi, perché non creare un sito web che le persone possano trovare utile? Al minimo, vi insegnerà come scrivere software pensando agli utenti. Nel migliore dei casi, potrebbe non essere solo una preparazione per una startup, ma la startup stessa, come è stato per Yahoo e Google.

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